Omamori PROTEZIONE (sfortuna, maledizioni, negatività, malocchio, demoni, ecc ...) per portafoglio
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IMMAGINE: La strega Takiyasha e lo spettro dello scheletro (disegno di Utagawa Kuniyoshi, 1798-1861)
La leggenda di Takiyasha-hime si radica nella storia del Giappone; più precisamente, ha origine nel periodo Heian (tra VIII e XII secolo), un'era di grandi cambiamenti alquanto burrascosa per la casata imperiale.
Durante il periodo Heian, un samurai di nome Taira (no) Masakado, ordì una congiura ai danni del governo dell'imperatore Suzaku; a causa della sua ribellione, egli venne perseguitato dalla corte di Kyoto ed ucciso nella battaglia di Kojima nel 940 d.C . Dopo la morte di Masakado, sua figlia, la principessa Satsuki, non accettando la morte del padre, pregò Takao no kami (divinità della pioggia venerata presso il tempio di Kifune, nella città di Kyoto) affinché lo vendicasse. La divinità, ascoltando le sue preghiere, inviò presso di lei un demone che la trasformò in una strega. Rinominatasi Takiyasha, la principessa Satsuki si recò, assieme al fratello, presso il palazzo, ormai decadente, di Sōma, nella prefettura di Ibaraki; qui, forte dei suoi nuovi poteri, la principessa Takiyasha complottò una nuova ribellione contro il governo dell'imperatore. Giunta voce presso la corte di Kyoto di quanto stesse accadendo, venne inviato un gruppo di soldati, tra i quali vi era Ōya Tarō Mitsukuni, ad investigare e neutralizzare qualsiasi possibile minaccia. Lungo il suo viaggio nella provincia di Ibaraki, in una notte di pioggia, Mitsukuni e i suoi dovettero ripararsi tra le rovine del castello di Sōma, ignari del fatto che la principessa Takiyasha li stesse attendendo. Volendo rendere Mitsukuni suo alleato, la principessa Takiyasha assunse l'aspetto di Kisaragi, una cortigiana amata da Mitsukuni, e cercò di sedurlo ma egli, non lasciandosi ingannare, cominciò a raccontare la storia della battaglia di Kojima e, vedendo come la donna piangesse al sentire della morte di Masakado, la smascherò. I due ingaggiarono battaglia, lui a capo del suo gruppo di soldati, lei evocando un esercito di scheletri contro i suoi nemici; vedendo l'eroe impassibile davanti alle creature da lei evocate, Takiyasha richiamò allora con una pergamena un gigantesco scheletro affinché si avventasse contro Mitsukuni, ma quest'ultimo rimase impassibile anche dinanzi ad una simile apparizione. Nel frattempo, gli scontri tenutisi tra le mura del castello in rovina finirono col provocare il cedimento della struttura; Takiyasha, ora in piedi su quello che era il tetto del palazzo in compagnia di una rana gigante, suo famiglio, rimase in attesa, dinanzi a Mitsukuni, affinché nel loro ultimo scontro si venisse a compiere il suo destino. Mitsukuni, dimostrandosi immune agli incantesimi della strega, ne aveva infatti decretato la sconfitta.