Omamori DESIDERIO (un singolo desiderio per chi lo riceve) per portafoglio
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IMMAGINE: Samurai
Il samurai (侍) era il nome con il quale erano conosciuti i membri della casta militare del Giappone feudale; simili sotto certi aspetti ai cavalieri dell'Europa medievale, questi guerrieri giocarono per diversi secoli un ruolo fondamentale nella storia giapponese. Il loro declino coincise con l'inizio dello Shogunato Tokugawa, che con la fine dell'epoca dei conflitti vide fortemente ridimensionata la loro figura, per poi essere completamente accantonata durante il Rinnovamento Meiji nel XIX in favore di un esercito regolare di stampo europeo.
Il nome deriva sicuramente da un verbo, saburau, che significa "servire" o "tenersi a lato" e letteralmente significa "servitore". Un termine più appropriato sarebbe risalente al periodo Edo.
Il termine viene tuttora usato per indicare proprio la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru cioè i fanti, né i kuge cioè gli aristocratici di corte). I samurai che non servivano un daimyō perché era morto o perché ne avevano perso il favore, o la fiducia, erano chiamati rōnin, letteralmente "uomo onda", che intende "libero da vincoli", ma assume sempre un significato dispregiativo.
I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu (arte del tè) o lo shodō (arte della scrittura). Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare divenendo dei semplici rōnin che spesso si abbandonavano a saccheggi e barbarie. Verso la fine del periodo Edo i samurai erano essenzialmente designati come i burocrati al servizio dello shōgun o di un daimyō, e la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta.
Con il rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale. I Samurai ebbero il loro "canto del cigno" durante la Ribellione di Satsuma: nel 1877 un gruppo di Samurai di Satsuma guidato da Saigo Takamori, che pure era stato uno dei fautori del Rinnovamento Meiji, in opposizione all'occidentalizzazione della società giapponese iniziò una rivolta armata contro il governo imperiale. Nella Battaglia di Shiroyama, combattuta il 24 settembre 1877, cinquecento samurai affrontarono trentamila soldati dell'esercito regolare giapponese venendo tutti massacrati con Takamori ferito che, in ossequio alle regole del Bushido, praticò il seppuku (suicidio rituale). Ciò nonostante il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento simile al ruolo svolto dai principi etici religiosi nelle società occidentali attuali.